RICORDA

52100 Arezzo,
via Fantastica, 33

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Il Re Purè

Scrivo la data, il giorno e l’ora della giornata. E’ il 30 luglio, passato da poco mezzogiorno, mentre passo in bicicletta da La Pace, l’unica frazione al mondo che porta questo nome. Sto per affrontare la salita dello Scopetone, un passo che tracima l’Aretino in Val Tiberina in assonanza con Rima. Rallento il passo perché sono sceso di bicicletta chiamato da un omino che ha in bocca un solo dentino come un bambino… E’ un dentino da latte? Tra quanto metterà i denti, l’omino? Vede che passo in bicicletta, e mi chiama. Scendo, giro la bicicletta, mi gli s’avvicino, e lui mi dice: “Voi stare con me?”. “Perché?”… “Perché mi piaci!”. Poi dice e gli dico: “Quanti anni hai?”… “Quanti un re”. “Quanti un re o quanti il purè?”. “…Sono io il Re Purè”. Così incoronato faccio il passo, superata La Pace. Arrivo sulla cima e rigiro. Dopo poco che scendo verso La Pace dal verso contrario, scoppia un temporale così furioso che sono costretto a scendere di bicicletta. Il temporale è nerissimo; per quanto lo avesse annunciato a me, Re Purè, una nube altrettanto nerissima, non ci credevo. Cadono fulmini a destra a manca all’improvviso e goccioloni che sono ognuno una catinella d’acqua o di piscio scaraventata giù dalla finestra sulla testa di chi passa, come nel medioevo. Il Re Purè sta sublimando? Saliva lo Scopetone che c’era il sole e un caldo infernale. Scende bagnato. Saliva grondante sudore, scende che pare una gronda del suo palazzo… Ma è pazzo? E’ così! Stavo fumando come un ferro da stiro, di quelli antichi col fuoco dentro, che gli si vedeva dai buchi rotondi posti alla base: parevano navi da guerra, quei ferri da stiro che spianavano i panni e i lenzuoli bianchi che, poi, stesi a sciugare, parevano vele… Ve le ricordate quelle velate bianche sulle colline? Stavo fumando così velocemente, che stavo sublimando, rendendo l’acqua di cui sono fatto circa al settanta per cento alle nuvole… Eh, sì! Perché ho quasi settant’anni, fra pochi anni. Arrivato al fondo di me stesso, La Pace è trasformata in un torrente fangoso. Il torrente è il “Castro”, che potrebbe allagare Arezzo da un forno all’altro, dopo avere dichiarato guerra agli Stati Uniti.

Anuda 

Anuda è nata sotto il frigorifero con ascendente in lavatrice. Se le si chiede sotto quale segno è nata, ve lo dichiara: “Sotto il frigorifero”. Se desiderate conoscere poi l’ascendente, risponde sicura: “In lavatrice”. Anuda gira così per casa e così esce di casa. Se va in bicicletta, si porta dietro un paio di forbici per tagliare le curve.

Bentivoglio

“Ti voglio ben”, dicono nel Veneto, ma è a Bologna l’unico palazzo fatto interamente con quelle tre parole: “Ben ti voglio” scritte attaccate per sentirle meglio: “Bentivoglio”. Il palazzo si trova in via delle Belle Arti, vicino al Ghetto, vicino a dove è stato assassinato – Bbrr! – Marco Biagi, vicino alla facoltà di Economia, vicino alla segreteria della facoltà di Scienze e d’altre facoltà, che hanno la segreteria in via Zamboni. E’ di questi giorni la mia visita a “L’Antichità del Mondo”: fossili, alfabeti, rovine, che ho rivisitato nell’edificio in cui mi sono laureato in matematica e fisica, e ho risicato tanto. “Chi non risica non rosica”. Intanto, c’è il problema della lingua. Una lingua che faccia coincidere la cosa designata con la parola che la designa, naturale non è, nemmeno artificiale può essere… Allora, il silenzio è d’oro? Se sto zitto, non mi trovo l’oro in bocca, non divento ricco come il conte di Bologna, che fondò il gabinetto di scienze nel 1712, credo. Il conte si interessava all’archeologia anche per ragioni pratiche. Per questioni di provvedere meglio alle derrate alimentari per truppe in movimento, per l’erezione di quei cazzi d’obelisco che si ritrovavano a Roma e andavano rizzati su. Poi ci sono i vulcani che sputano magma come foruncoli il pus, che somigliano la terra a me stesso: anch’io ho i miei vulcani e bradisismi e terremoti e ho subito il diluvio pochi giorni fa, alla fine di luglio, verso La Pace… Avrò mai pace? Bbrr!

Chi, io?  

“Chi, io?” è esattamente il nome dell’odore più terrificante che sia mai esistito al mondo. Lo stanno sintetizzando in laboratori di scienze negli Stati Uniti, usando i paragoni più repellenti al naso che si trovano: discariche di sostanze organiche in decomposizione, fogne con dentro alligatori morti, gabinetti con le tazze sporche e tenute così. Ci sono anche le cavie, naturalmente, umane, che stanno assaporando quel puzzo. E’ la “bomba puzzolente”, in preparazione accelerata dopo i Fatti di Genova, che verrà usata contro “quelle merde” definite così dai generali, che intasano le città del mondo volendolo pulito come quando era naturale esserlo… E’ sempre una questione di lingua: “Chi, io?”. Tra i finalisti c’è anche chi resta coi piedi per terra. SARANNO FAMOSI! Io ho fame di… “Dì pure purè!”. E è il giorno dopo: 8/8/2002… Per chi l’otto? Lo giocherò al L’OTTO? Io, il Re Purè. Dal lat. Pus puris, chi sono? In quanti sono? PUS. Mi sono visto per puro caso. Lat. Purus.Corridore, atleta dilettante.

Da questa mia supposizione di lattante, di bambino innocente, rilascio un avviso ai Potenti, ai G8 “dilinguenti”, come dicono a Arezzo. Attenti! “Chi, io?” è un puzzo a base di zolfo. Accelera i battiti cardiaci, è terrificante. Genera il panico in chi lo sente. E’ come sentire il puzzo dell’inferno. Ci siamo già? Attenti! Chi suscita mostri, lo è già. Ve lo dico io. Chi?… io:

“Conosci me, quel che darei perché negli altri riconoscessi gli occhi miei… Davanti a me c’è un’altra vita. C’è l’immenso dentro me. L’immenso immenso amore. Cieli immensi e immenso amore. L’universo trova spazio dentro me”.

Per ciò alla Vita non dico di no. “E all’aurora, armati di una ardente pazienza, entreremo nelle splendide città”.

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