RICORDA

52100 Arezzo,
via Fantastica, 33

Valutazione attuale: 5 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella attivaStella attiva
 

Firenze Poggi

Cari ragazzi,

veramente gli adulti possono essere Fallaci, tutti Fallaci, ma Firenze Poggi no. A Firenze, dal 6 al 10 novembre discorso, è accaduto tutto!, in cinque giorni che merita chiamare "Le cinque giornate di Firenze". È accaduto nel 2002, in quest’anno che non è un numero perché è composto da un’oca, da due ova e da un’oca: 2002. Non le riconoscete l’ochetta di testa in quel 2, le due uova, e infine un’ochetta nell’ultimo 2? Ma sì. A me l’ha detto – ah, mela detto! – un ragazzo argentino con una voce argentina che il 2002 è fatto così. L’ho conosciuto a Firenze. Questi ragazzi NO GLOBAL hanno proprio una bella fantasia! Il 9 9mbre 2002 c’è stato lo spoglio spaglio NO GLOBAL a Firenze: "un milione", dico "un milione di gente" proveniente da tutto il mondo. Le strade limitrofe erano vuote, neanche un cofano si vedeva, neanche uno scròfano scrofoloso di mela
detta "scòrfano", "scòrpena", "scorpèna" seduta – che pena! – al volante ai semafori. Ma solo un milione di mille mille piedi in cammino per dire al mondo che era tornato il cavallo di San Francesco, senza essere stornato da nessun bilancio. E Firenze era bella, pulita. Cavolo, se era bella! E si sentivano i Greci cantare come ai tempi di Omero, senza un òmero stanco. Camminare e cantare. Senza spingere riuscivano a spingere il mondo in senso contrario. E dietro qualche Autobush a "cespuglio", solo dietro qualche Autobush, c’erano occhi Fallaci, lividi come il cielo piovoso. Ma il temporale non è esploso. Il diluvio non avvenne. I lamponi Zolfanelli Zeffirelli che sanno di demanio ma la loro cattività è di dominio pubblico, non hanno fulminato il cielo. L’alluvione di Firenze del 9mbre 1966 non s’è ripetuta. "Come 6 bella Firenze, oggi", si diceva: "6… 6 diventata bellissima, con tutti questi ragazzi in mezzo". Mi sono sentito chiamare per nome "Filippo". Era lui che mi chiamava, Firenze Poggi. Era Firenze incarnata in un ragazzo dolcissimo con gli occhi azzurri, di cui mi ero innamorato a suo tempo. E dei suoi Poggi anche.

Bòtice

Bòtice è il nome di un gatto che avevo trovato, che mangiava il mangiare dei cavalli, quello che spesso gli uomini pretendono di fare coi detriti d’altri animali ben nutriti, nitrati, nitriti. Bòtice viveva coi cavalli, era il vero "gatto dei cavalli". Sempre lezzo, lurido; plùrido anche dopo che lo avevo lavato. Volli avvezzarlo a mangiare normale almeno come un maiale, portandogli quelle scatolette "whiscas" contenenti manzo e verdure, e lì presi delle belle fregature, solenni, da lui, da un gatto. Aprivo una scatoletta, gliene davo mezza, e Bòtice la divorava in un attimo. Gli davo l’altra mezza di seguito, e la divorava. Gliene aggiungevo due tre quattro, e il gatto le divorava, poi mi guardava con aria di sfida. Allora smisi di guardarlo. Mi voltai dopo un pezzo, e trovai Bòtice in groppa a un cavallo baio da cui mi faceva l’ab-baio d’un cagnolino. "Meglio tornare a mangiare la Porchetta da Basso e il Lampredotto!", pensai tornando dalla Fortezza da Basso a Firenze in centro, dopo cinque giornate trascorse coi NO GLOBAL. Avevo imparato che gli uomini avevano a tornare naturali come gli animali se si vuole salvare il mondo, questo mondo. Dov’è Bòtice?

Piccino piccino picciò

Perfino il tempo ha le sue sproporzioni NO GLOBAL.

Come l’America, vinta la guerra, continuò a fare dei macchinoni, l’Italia, che s’era persa, continuò a fare i maccheroni + delle macchinette della Faggiola buone come quelle per fare il caffè. E ha funzionato! Perché? Perché, durante la guerra, anche durante la guerra, l’Italia faceva un
carrarmatino per vinceré piccino piccino picciò come il suo re che c’era una volta, e se qualcuno gli diceva "FIAT voluttà tua", c’era sempre qualcun altro che non rideva mai da Termini Imerese in su. Per ciò ci sarà da piangere, e apparecchio!, in questo mondo d’omini picciotti picciotti picciò dove i sìculi sono sicùli che bisogna cambiare tutto perché niente cambi. Ma però ogni pelo che pelò un asino si ritrova nell’asino successivo, dall’a sino alla z, e quando un asino deraglia, non si sa mai dove si va a finire. L’ossigeno NO GLOBAL ha fatto muovere i piedi, a Firenze, durante le cinque giornate di Firenze, un milione di persone, e l’idrogeno fa muovere in Germania già diversi Autobush. Toglieteci i sogni e siamo finiti. Metteteci la testa, altrimenti il mondo non c’è più. C’è il vuoto, la mancanza, il cuore lacero. Cari ragazzi.

"È giunto il momento di cogliere i segni dei tempi. Di coglierne l’opportunità e di guardare lontano". È là, "lontano", che vedrete l’ontano, una quercia, un bastimento, un aeroplano, diventare piccini piccini picciò, della stessa sostanza, all’aperto… Neanche la lodola vede l’aperto. Voi sì, però. Ve lo dico apertamente… Non ci vuole mica niente per fare un capolavoro. Basta lavorare col capo.

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna