RICORDA

52100 Arezzo,
via Fantastica, 33

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Dopo avere studiato come interni (refettorio incluso) al "Cicognini" di Prato, Passato, Presente e Futuro decisero di ritrovarsi per stabilire chi di loro era stato il Tempo vero. Dei tre Cicognini nessuno negava che lo aveva portato la Cicogna, e non era nato da donna.
 Il Presente si ricordava, però, di avere avuto una nonna che lo chiamava "Tempo perso". La domanda che si fecero, è la seguente: "Se il Presente è Tempo perso, potremo ritrovarlo?". "Panta rèi… ma non tutto: gli uomini discutono; sono le donne che discorrono!" disse il Passato osservando per passatempo discorrere il Bisenzio, che traduce in toscano il bizantino "Bisanzio" come bere traduce nell’acqua le bare da Bari a Bar, ai confini con l’Albania.

Al Passato devo ricordare che dal "Cicognini" il mio babbo, che aveva studiato lì con Curzio Malaparte, la notte sentiva la fontana di piazza del Duomo di Prato, del "Pescatorello", così viene chiamata, tirare come fosse ai piedi del suo letto. Pensate che razza di silenzio doveva esserci a Prato, a quei tempi, di notte! Solo quando pioveva, la fontana non si sentiva: era come se il Pescatorello "facesse l’acqua" dove gli pareva. E la gente diceva: "… Che brutto Tempo!". E quando si rimetteva, diceva: "E’ tornato il bel Tempo…". E’ questo il Tempo vero! Ne sono certo: perché ha gli occhi azzurri come li aveva il mio babbo.

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