Ci tango a dire che Ariela è argentina, ma abita in Palestina come cittadina onoraria, ora che in Argentina moiono di fame e in Palestina c’è la questione di diventare una nazione. Come sarà?
Ariela veramente venne in Israele dall’Argentina, perché è ebrea e rivoleva la sua Terra Promessa molto tempo prima ai suoi. Ci tango a dire che l’ho conosciuta a Gerusalemme e, con lei, ho conosciuto Betlemme, Gerico e Masada. Mi scoglio un continente per capirci qualcosa, dato che credevo che Masada fosse in Spagna: questo prima che conoscessi Ariela, che s’è fatta una casa sul Mar Morto dopo averlo attraversato a piedi.
Ho così “dimoiato” come sarà il mondo da come è stato prima, epperò “dimoiare” significa sciogliersi, liquefarsi (detto del ghiaccio o della neve). Io dimoio dimolto per mangiare dimolto pane ove dimoro… “Ove?” domandò ‘l duca mio sanza dimoro. “E però tu te n’andrai prima”, disse Boccaccio.
“Marana tha”, dissi congedandomi da Ariela, secondo l’usanza delle antiche comunità palestinesi. E questo è aramaico, mentre, intorno a me, i palestinesi connaturati, come un vizio, agli israeliani, erano costretti a parlare l’antica lingua di David, che era un re terribile, come mi disse Ariela, e aveva i capelli rossi, ondulati, per ricordare a tutti che i suoi avevano attraversato a piedi asciutti tutto quel mare.